Disarmare la microaggressione
La seconda strategia è più conflittuale rispetto a nominare la microaggressione, perché mette in discussione ciò che l’autore ha fatto in modo più diretto. Si tratta meno di convalidare l’esperienza negativa per il bersaglio (che era il caso di rendere visibile l’invisibile), e più di non essere d’accordo con l’autore e di evidenziare il danno delle sue azioni. Esistono sei modi per disarmare la microaggressione:
Applichiamo queste sei tattiche a una situazione specifica. Ad esempio, quando l’autore del reato (una persona eterosessuale) è un assistente sociale che fa un’osservazione a un collega che è un uomo bisessuale: “Essere bisessuale è solo una fase”.
a.”Non sono d’accordo con quello che hai detto.”
b.”Non è così che la vedo io.”
a.“Apprezzo tutto quello che stai facendo. Come abbiamo discusso in precedenza, apprezzo molto il rispetto e la tolleranza reciproci. Sebbene tu abbia diritto alle tue opinioni e convinzioni, ti chiedo di rimanere rispettoso nei miei confronti non facendo commenti così offensivi. Puoi farlo?
a.“Ogni volta che abbiamo un incontro, finisco per sentirmi ferito perché dici cose che trovo offensive e offensive. Mi sta mettendo a disagio e sempre più difficile per me andare avanti in questo modo”.
b.“Ogni volta che ti sento dire quelle cose sugli altri, mi sento a disagio. Le tue opinioni non sono rilevanti in un posto di lavoro e non incoraggiano la gentilezza.
È una tattica facile e comune che comunica quando si dice o si fa del male. Un “Ahi!” o “Dai!” comunica immediatamente all’autore e ai testimoni della situazione che è accaduto qualcosa di dannoso, dovendo quindi considerare l’impatto e il significato delle azioni dell’autore.
a.”Ahia!”
b.”Ah, andiamo!”
c.”Non va bene!”
a.Scuoti la testa
b.Coprirsi la bocca con la mano per mostrare il proprio stupore e disaccordo
a.“Whoa, non andiamo lì. Parliamo di qualcos’altro. Che mi dici di [argomento diverso]?”
b.“Non sono interessato a questa conversazione. Andiamo avanti.”
a.”Questo comportamento è contro il nostro codice di condotta e potrebbe davvero metterti nei guai.”